Il primo passo fatto in questa avventura è stato il rilievo dimensionale del telaio partendo dalle quote fornite dai disegni ufficiali della casa madre e proseguendo con il rilievo, il più accurato possibile, degli ingombri base, lasciando perdere i particolari poco significativi. Il tutto è stato poi disegnato in 3D, il software utilizzato all'epoca è stato Solide Edge.


Il telaio utilizzato nel progetto apparteneva ad una Cagiva Mito SP del 91, ma i rilievi sono stati fatti su di un telaio recuperato da una moto dismessa dello stesso anno. Tale telaio presentava una crepa nella saldatura del canotto di sterzo, difetto che poi scoprii essere presente nei primi modelli di Mito, causato presumibilmente da problemi in sede di trattamento termico post-saldatura.  Il telaio, a parte qualche limatina alle estremità delle fusioni laterali al di sotto della sede del perno forcellone, è stato tenuto originale in modo di poterlo sostituire agevolmente qualora ce ne fosse bisogno. Quindi il successivo lavoro si è concentrato nella definizione degli staffaggi motore necessari per alloggiare il biclindrico di casa Yamaha.